Storia

Le origini di AVO

Un lamento proveniente da un letto di corsia, nell’ospedale Niguarda di Milano, attira l’attenzione di un giovane medico che sta attraversando un reparto. È l’8 dicembre 1967 e il dottor Erminio Longhini, all’epoca ricercatore universitario e facente funzioni di primario nella divisione di Medicina interna, si avvicina al letto in cui giace un’anziana signora che, con un insistente gemito, chiede un bicchiere d’acqua. Longhini è stupito dal fatto che quella semplice richiesta continui a cadere nel vuoto. Nella stanza c’è anche un’inserviente che, richiamata da Longhini mentre è intenta a fare le pulizie, gli risponde bruscamente: “Dottore, se ogni volta che qualche malato chiede un bicchiere d’acqua io interrompessi il mio lavoro, il pavimento rimarrebbe sporco. Non tocca a me questo compito!”. 

“Forse è vero che non tocca a lei, ma allora a chi tocca?si chiede il giovane medico. La domanda lo accompagna negli anni che seguono e trova una risposta nel 1975 quando a Milano viene costituita la prima Associazione Volontari Ospedalieri, in sigla AVO.

AVO a Reggio Emilia

Grazie ad un gruppo promotore di persone, che già operavano a diverso titolo all’interno dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, l’8 giugno 1984 viene sottoscritto l’atto costitutivo che formalizza la nascita dell’AVO a Reggio Emilia ed il primo corso di formazione viene svolto nell’autunno con la presenza di oltre 100 iscritti; nel mese di gennaio del 1985 i primi volontari AVO iniziano a prestare servizio presso alcuni reparti dell’Ospedale.

<I volontari dell’AVO sono presenza statica in un mondo che va di corsa, sono ascolto rispettoso in mezzo al rumore della vita odierna, sanno serbare nel proprio cuore le sofferenze dei pazienti e dei loro famigliari in un mondo che fa di tutto per sfuggirle, portano speranza dove altri vedono solo disperazione. 

Rendono migliore la vita di tantissime persone e si dimostrano una presenza preziosissima per la nostra città, contribuendo a costruire una comunità fatta di relazioni che si stringono e sorreggono i fili più fragili.>

Matteo Iori, presidente del Consiglio Comunale di Reggio Emilia

Federavo e AVO Regionale

Nel 1980 viene costituita Federavo, una rete associativa con funzioni di coordinamento, indirizzo, formazione, assistenza e vigilanza sulle attività delle AVO federate.

Nel 2004 viene costituita AVO Emilia Romagna con lo scopo di favorire la comunicazione e la circolazione di conoscenze, competenze e di esperienze fra le AVO territoriali, al fine di renderle patrimonio comune; promuovere sul territorio l’azione diretta delle AVO territoriali svolgendo funzioni di rappresentanza dei propri associati a livello regionale; fungere da collegamento con la Federavo, secondo quanto previsto dallo Statuto Federavo.

Questione di reciprocità.
Una parola vissuta, la reciprocità, non è di facile comprensione e soprattutto è in apparente contrasto con il quotidiano che ci circonda. La reciprocità non possiamo crearla: è, infatti una grazia, un dono, ma una grazia che ci viene donata solo se siamo disponibili a donare noi stessi e, quindi, la reciprocità nasce dalla tensione all’unità. Qui sta il segreto e il tesoro del volontariato AVO: l’unità per diventare servizio, senza pretese né presunzione, né ambizione… Un momento di reciprocità ed ecco sparire il concetto di diversità; non uno che dà e uno che riceve, ma tutti e due che danno per qualcosa che è meraviglioso. La reciprocità dona pace e letizia nei cuori, nascono così cittadini nuovi che vogliono partecipare al progresso del Bene Comune, alla realizzazione di una comunità sanante, e quindi di una società migliore. L’AVO esiste se nelle sue vene scorre l’amore reciproco. Così, non è il volontario che agirà, ma è l’amore vissuto e sperimentato anche tra i volontari che genererà la sua azione. Se questo non avviene sarà una buona azione, ma non sarà l’AVO… Se sorge la reciprocità, abbiatene cura, ma senza limiti di tempo e di luogo. Nasce nell’ospedale ma non può essere dispersa. La reciprocità è un virus benefico molto, molto contagioso.
È la base di un mondo desiderato e nuovo.

Erminio Longhini, fondatore AVO